Per giocare a golf serve innanzitutto un campo adatto: dev’essere all’aperto, deve presentare una superficie abbastanza regolare che però, a differenza di altri sport, non è standard. Il campo può infatti essere su un terreno pianeggiante, collinare o montuoso, l’importante è che abbia una dimensione minima di 50 ettari. Solitamente viene suddiviso in 18 buche, termine che però non indica solo il foro in cui bisogna far rotolare la pallina, ma tutta l’area di tiro, dal tee (la piazzola di partenza) al putting green (la piazzola di arrivo).
Gli ostacoli posti tra colpo e buca possono essere l’erba più alta, avvallamenti del terreno, torrenti, alberi, laghetti ecc.
I par
I par indicano quanti colpi servono per andare in buca, e infatti si parla di buca par 3, buca par 4 e via discorrendo. Chiaramente meno tiri si utilizzano per concludere, più ci si avvantaggia: il birdie segnala che si è andati in buca con un colpo in meno del par, l’eagle con due colpi in meno, l’albatross con tre colpi in meno (evento molto raro anche tra i professionisti); infine vi è il condor, una buca par 5 conclusa con un tiro solo.
I bastoni
La pallina da golf si colpisce con i bastoni, formati da grip (l’impugnatura), shaft (la canna) e la testa. La sacca di ogni golfista ne può contenere al massimo 14. I bastoni possono essere ferri, legni e putter: i primi sono i più importanti perché più versatili (e infatti si utilizzano per diversi tipi di colpi), i secondi si sfruttano per i tiri a lunga gittata, i terzi per accompagnare la pallina sul green fino alla buca.
L’angolo tra la faccia del bastone e la verticale si chiama loft ed è responsabile della traiettoria impressa alla pallina al momento dell’impatto; viene associato a un numero che indica la distanza ottenibile con il singolo tiro: a una cifra più alta corrisponde una distanza minore.